Droni, in arrivo quelli intelligenti
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Tecnologia

Droni, in arrivo quelli intelligenti

Altro che giocattoli: in futuro potremo mandare in ricognizione il nostro drone per scoprire dove trovare parcheggio

La tecnologia che c’è dietro alla costruzione dei droni si evolve rapidamente. Nel giro di un paio di anni i piccoli elicotteri sono passati da gadget in dotazione alle compagini militari a declinazioni consumer accessibili a chiunque. Quello del droner è un hobby come altri niente di più o di meno di andare in palestra o fare giardinaggio; in tutti i casi c’è bisogno di allenamento, pazienza e studio. Se a casa avete un drone sapete benissimo quanto sia semplice farlo alzare in volo ma quanta difficoltà si incontri nel momento in cui si tenta di farlo viaggiare verso una meta ben precisa e poi atterrare proprio dove si vuole. Il rischio è di parcheggiare nel giardino del vicino ma anche di fare danni più ingenti magari ad oggetti delicati e perfino alle persone.

Imitation of life

Ecco allora che i droni del prossimo futuro potranno aiutarci a farsi comandare meglio, evitando ostacoli o prendendo decisioni da sé in maniera indipendente. È ciò che hanno in mente i tecnici della Bio Inspired Technologies, un’azienda statunitense che si è posta un obiettivo non facile: integrare nei droni un sistema centrale che imiti il cervello umano. Il motivo è che se le macchine sono bravissime nel compiere operazioni meccaniche utilizzando chip e processori, hanno maggiori difficoltà quando bisogna prendere decisioni valutando fattori esterni e improvvisi come fanno gli uomini e gli animali.

Come i neuroni 

La Bio Inspired Technologies ha dunque riprodotto un cervello meccanicocomposto da resistenze che possono ricordare una serie di fattori per una porzione limitata di tempo. In questo modo si comportano come i neuroni biologici dando al sistema integrato l’abilità di riconoscere e ricordare oggetti come nuvole, uccelli, case, antenne e altri droni analizzandone anche la distanza attraverso le telecamera in dotazione.

Supercar alata

Secondo i ricercatori il cervello meccanico non darà ai droni solo la possibilità di accorgersi di oggetti sulla loro traiettoria così da scansarli ma anche di distinguerli tra di loro per dare significato all’ambiente circostante. Così la figura di una mucca non sarà la stessa di un orso e un elicottero non verrà confuso con un altro drone.

A cosa serviranno oggetti del genere?

Secondo Terry Gafron, CEO di Bion Inspired a semplificarci la vita in quelle situazioni che spesso sono causa di perdita di tempo e aumento di stress. Come ha spiegato al New Scientist presto potremo portare un drone con noi per mandarlo in ricognizione nei pressi del cinema e scoprire se c’è un parcheggio libero e, in caso negativo, aspettare che il supporto alato ne trovi uno. Volete mettere la soddisfazione di posteggiare in pochi minuti senza girovagare per la città? Il drone intelligente non è nemmeno così lontano da noi: il primo prototipo è previsto entro l'anno.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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