Così Google è entrato nelle nostre case
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Così Google è entrato nelle nostre case

Apre a Milano la Google House: bastano un paio di oggetti, rigorosamente Android, per trasformare la propria vita

Appartamenti che diventano intelligenti, droni che svolazzano a mezza altezza e auto che si guidano da sole. Sembrerebbe uno dei sogni (o incubi?) del Tom Cruise di Minority Report ma è tutto reale. O almeno lo sarà presto, soprattutto per quanto riguarda la domotica.

Parte del cambiamento che porterà a vivere in maniera diversa la propria casa è opera di Google, la multinazionale americana che sta abbracciando vari segmenti della nostra vita. Smartphone, tablet, occhiali, orologi; sembra non ci sia nulla che possa essere precluso alla tecnologia degli anni a venire.

Un assaggio di ciò che potrebbe diventare la “smart house” del futuro ci viene dato a Milano proprio da Google che ha realizzato la “Google House”, un esempio di monolocale iper-connesso, non tanto con le ultime tecnologie che vedremo sul mercato (termostati, frigoriferi, forni, ecc.) quanto grazie all’utilizzo globale che si può fare del mondo Android e della sua “espansione” nella vita di tutti i giorni.

Che si tratti di stare in cucina, in camera da letto o in soggiorno, Google permette di gestire diverse situazioni e di rimanere collegati al web senza troppi problemi. Negli esempi mostrati dal vivo, ci si può ritrovare in cucina a preparare il pranzo dopo aver cercato la ricerca su Google, utilizzando i comandi vocali; oppure ad inviare un sms alla mamma per dire “sono in ritardo, posticipa di 15 minuti il tuo arrivo”.

In salotto è ancora tutto più semplice. Basta una normale TV, dotata di Chromecast, l’aggeggino da 35 euro che permette di connettere smartphone e tablet (anche iOS) per trasmettere diversi contenuti, e mandare in onda la playslist preferita i YouTube o anche un film intero, visto che ce ne sono. Per i più esigenti, si può scegliere di affittare un film dal Play Store (sempre da smartphone e tablet) e goderselo seduti sul divano, ad un costo medio inferiore a quello del cinema (più o meno sui 3-4 euro).

Spostandosi in camera da letto, la tecnologia Google viene in aiuto quando bisogna scegliere il vestito per la serata. Aprendo l’armadio e misurando un paio di camice è possibile mostrare il “lavoro” finito con Google Hangout a mamme e fidanzate dall’altra parte della città (o del paese). A quel punto il parere positivo o negativo arriva da vari chilometri di distanza, ma fa lo stesso effetto.

Per ora restano fuori dal mondo iperconnesso di Google il bagno e la cantina. Ma anche qui le possibilità sono infinite, basta scendere le scale per accorgersi di non avere abbastanza vino e cercare, con Google Now, i negozi al dettaglio più vicini. La stessa cosa si può fare quando finisce lo shampoo, la carta toilette, il dentifricio. Google può dirci praticamente dove è possibile trovare ogni cosa, ci ricorda anche che sta per partire l’aereo e ci mostra il biglietto. A quel punto all’aeroporto bisogna andarci di persona, non basta mica Google Now.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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