Bose QuietComfort 15, la nostra prova ad alta quota
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Bose QuietComfort 15, la nostra prova ad alta quota

Le cuffie superano la prova del caos in aereo, assicurando una buona dose di quiete, comfort e relax

Il comandante ha appena spento il segnale delle cinture di sicurezza, da questo momento in poi è possibile usare tutti i dispositivi elettronici. Le condizioni per fare una prova come si deve ci sono tutte: il volo è lungo, circa nove ore da Washington fino a Roma; la voglia di riposare tanta, dopo una levataccia alle 4.30 del mattino per eccesso di prudenza; la classe è economica e lo spazio per le gambe avaro, dunque basta un nulla per alimentare un senso di fastidio già montante. Intorno, poi, c’è un buon patrimonio di disturbatori. Una sagra del luogo comune, vero, ma guarda caso sempre ricorrente: coppia di bimbi lagnosi e piangenti a sinistra, coppia in estasi amorosa che si scambia smancerie zuccherose una fila indietro, solito rumore di motori e sbuffi di aria condizionata tutto intorno. Insomma, un caos bello e buono. Che si abbassa, di parecchio, indossando e accendendo le cuffie QuietComfort 15 di Bose.

Non è un miracolo, né un prodigio, ma la cronaca dell’effetto di una prova empirica: c’è un pratico, piccolo interruttore posto sul lato destro. Lo si accende, compare una luce verde sul prodotto e i rumori di fondo scendono drasticamente. Senza bisogno di riprodurre musica, senza nemmeno che le cuffie siano collegate a qualsiasi sorgente sonora esterna. Anzi, senza nemmeno che un filo sia inserito al loro interno. Un gesto rapido e un po’ di pace la si riguadagna in fretta. Così chi vuole dormire o almeno estraniarsi un minimo dal contesto lo può fare in modo degno. E comodo, perché a differenza di modelli di altre case, le si può tenere su per diverse ore senza troppi patemi e senza che dopo un po’ le orecchie siano più calde di un fornetto a microonde. Ulteriore bonus è l’imbottitura nella parte superiore, che consente di adagiarle a dovere sulla testa.

Nella confezione c’è una pratica custodia per trasportarle in totale sicurezza senza troppo ingombro e per ospitare, volendo, tutto il kit in dotazione. Un cavo standard per collegarle a lettori mp3, tavolette, smartphone, computer e affini; un adattatore per attaccarle alle prese della maggior parte dei sedili degli aerei; un cavo con microfono (disponibile anche separatamente a circa 30 euro) per usarle come auricolari per i dispositivi di casa Apple, accettare una chiamata – non in volo, è ovvio – oppure per controllare il volume e passare da una traccia all’altra della nostra libreria musicale.

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Dunque, tirando le somme, il giudizio è positivo anche per una serie di corollari non da poco: la batteria che permette di attivare la tecnologia «noise reduction» dura molto a lungo, soprattutto ha avuto la decenza di non esaurirsi nel bel mezzo dell’oceano, sebbene sia sensato e opportuno portarne una di riserva da inserire nel comodo taschino con cerniera presente nella custodia; danno dipendenza, perché una volta usate la prima volta, diventano abbastanza indispensabili. E, a voi giudicare se è un vantaggio oppure no, abbassano ulteriormente la soglia di sopportazione quando se ne è privi.

C’è da dire che il design è molto sobrio (forse troppo), l’opposto delle cuffie sgargianti e plurimarchiate che vanno tanto di moda degli ultimi tempi. Il che però, di nuovo, dipende dall’indole di chi le indossa. Hanno il pregio di non essere un pugno nell’occhio, questo sì. E comunque, se vi piace farvi notare, ce n’è un’edizione limitata di colore blu che risolve eventuali affronti alla vanità del proprietario.

Dopo questa pioggia di lodi, qualche doverosa avvertenza: costano 349 euro, un prezzo elevato che la casa costruttrice giustifica con il condensato di tecnologia che il prodotto porta con sé, frutto di 30 anni di ricerche, e che di fatto non le rende accessibili a tutti. Come non le rende la scelta migliore per chi non mette la riduzione del rumore come sua assoluta priorità. Di cuffie che suonano bene e meglio in giro se ne trovano a prezzi anche inferiori. E però, se siete viaggiatori frequenti, pendolari per scelta o per forza, frequentatori assidui di luoghi (e uffici) affollati in cerca di sollievo, o anche solo un filino misantropi inclini all'orticaria per il caos, non resterete delusi.

Twitter: @marmorello

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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