Perché Apple vorrebbe le batterie delle Tesla (e perché non potrà averle)
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Perché Apple vorrebbe le batterie delle Tesla (e perché non potrà averle)

Quante probabilità ci sono di vedere la società di Cupertino e il produttore di supercar elettriche unite in un progetto di sviluppo congiunto sulle batterie del futuro? Poche, a meno di improbabili cambi di direzione

C’è un’azienda che assomiglia in modo davvero impressionante ad Apple. No, non stiamo parlando di Samsung, né di qualsiasi altro produttore di elettronica di consumo. No, il brand che al giorno d’oggi ha più punti in comune con il colosso creato da Steve Jobs ha sede a Palo Alto e produce automobili elettriche. Si chiama Tesla e non preoccupatevi se questo nome ancora non vi dice niente: presto ne sentirete parlare come e più di Apple.

Sì perché Tesla vuole diventare per il mondo automobilistico ciò che Apple è stato per il mondo informatico: un marchio capace di cambiare le regole del gioco imponendo le sue scelte, quasi sempre coraggiose. Così, poco importa se oggi siamo tutti o quasi inscatolati dentro automobili che vanno a combustibile fossile: presto, scommette il suo fondatore Elon Musk, tutti vorremo guidare auto velocissime, silenziosissime, piene zeppe di elettronica e soprattutto in grado di fare il pieno dalla presa di corrente. Come questa:

THINK DIFFERENT, NEGLI SMARTPHONE COME NELLE AUTOMOBILI
Con Apple, Tesla condivide la passione per l’innovazione ma soprattutto il mantra che ha fatto (e continua a fare) della Mela uno dei marchi iconici della nostra era: il pensare differente, la volontà di sganciarsi dai cliché e dalle abitudini del mercato per scrivere pagine completamente nuove. È anche per questo che qualcuno scommette  sul fatto che i due marchi siano destinati a diventare, prima o poi, una cosa sola. L’ipotesi è invero alquanto fantascientifica (se WhatsApp è costata 19 miliardi di dollari quanto potrebbe valere una società come Tesla che ha compiuto sforzi di ingegnerizzazione infinitamente più alti?). Molto più probabile, allora, che le due società possano collaborare, soprattutto in quelle aree che rappresentano o possono rappresentare un’importante frontiera di sviluppo: le batterie ad esempio.

UNITE NELLA MISSIONE
Sia i prodotti di Apple che quelli Tesla sono infatti legati a doppio filo al futuro delle fonti energetiche. Dallo smartphone alla berlina elettrica, in fondo, il passo è breve: in un mondo affamato di prestazioni, la capacità delle batterie sarà infatti uno degli elementi in grado di fare la differenza, in tutti i campi. Ecco perché Tesla ha già svelato i suoi piani per il futuro: costruire il più grande stabilimento dedicato alla produzione di batterie al litio per migliorare l’autonomia e le prestazioni delle sue autovetture, riducendo al contempo i costi di produzione. Una mossa che secondo alcuni addetti ai lavori potrebbe fare di Apple un partner perfetto: a Cupertino, infatti, ci sono risorse a sufficienza (sia sul piano della liquidità sia per quanto riguarda il capitale umano) per sostenere un programma di sviluppo così ambizioso.

DIVISE NEL FORM FACTOR
C’è un problema, però. Le batterie sulle quali Tesla sta lavorando sono piuttosto differenti – per forma e dimensioni – da quelle utilizzate al giorno d’oggi da Apple. Per i suoi veicoli elettrici, spiega in questo articolo Business Insider , Tesla impiega infatti centinaia di batterie di tipo 18650, unità ad alta efficienza energetica dalle dimensioni più o meno simili alle pile di tipo AA che oggi inseriamo nei telecomandi dei nostri televisori. Apple, invece, utilizza per i suoi dispositivi mobili batterie molto più sottili: quelle dell’iPhone, per dire, sono spesse meno della metà, ma anche iPad e MacBook Air non sarebbero compatibili con lo standard adottato dal produttore di supercar elettriche. Allo stato attuale, chiarisce dunque la testata, non avrebbe molto senso per Apple investire 2 o 3 miliardi di dollari per finanziare un progetto come quello avviato da Tesla. A meno che quest’ultima non decida di lavorare su uno o più formati differenti.

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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