Ecco perché Twitter potrebbe lanciare un servizio video
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Tecnologia

Ecco perché Twitter potrebbe lanciare un servizio video

Twitter ha appena acquisito Vine, una startup specializzata in video sharing. Vuole sfidare YouTube? No, è più probabile che cerchi di tenersi strette le celebrità

C’è una notizia che nella notte ha smosso parecchio le già agitate acque del Web: l’acquisizione di Vine, una startup specializzata in video sharing, da parte di Twitter, una ex-piattaforma di micro-blogging che sembra ormai decisa a diventare una sorta di piattaforma mediatica omnicomprensiva. È bastato che la notizia dell’acquisizione atterrasse sulle pagine di AllThingsDigital perché in Rete esplodesse un coro convergente di verdetti: Twitter sta per lanciare un proprio servizio video.

Ma è davvero così? E magari Twitter vuole fare concorrenza anche a YouTube? Per rispondere, occorre introdurre gli attori del dramma con ordine.

Vine è una startup di New York che ha sviluppato un particolare servizio di video-sharing. A dire il vero, si tratta di un servizio ancora in fase embrionale, che ancora non è pronto per essere aperto al pubblico. I pochi eletti che hanno avuto modo di provarlo, però, l’hanno descritto come uno strumento per creare loop video a partire da filmati di pochi secondi girati direttamente con l’iPhone (delle specie di GIF animate, ma in formato video).

Non è dato sapere quale sia la cifra che ha suggellato l’acquisizione, come non è dato sapere cosa intendano farsene Dick Costolo e compagnia di un servizio video. Potrebbero decidere di sfruttarlo per creare l’equivalente video dei tweet, oppure potrebbero uccidere il progetto nella culla per integrarlo in Twitter come piattaforma video esclusiva.
Bene, supponiamo che, di qui a qualche settimana, Twitter lanci un proprio servizio video. Che cosa se ne farebbe?

L’ipotesi che Twitter voglia scalzare YouTube dai propri canali come ha fatto con gli sviluppatori di applicazioni esterne è fuori discussione, almeno nel breve termine. Sarebbe una scelta controproducente, soprattutto perché per “rimpiazzare” un gigante come YouTube servono tempo e energie che Twitter ora non sembra voler impiegare. È più probabile che quello di Twitter sia semplicemente un altro passo  verso una sostanziale autocrazia.

L’acquisizione di Vine, in questo senso, si accoda a una serie di scelte che, negli ultimi mesi, hanno reso chiare le ambizioni della società di San Francisco. Prima si è assicurata che l’enorme flusso di immagini postate sulla piattaforma passasse attraverso i suoi canali, stringendo una partnership con Photobucket, poi ha letteralmente tagliato i ponti con una nutrita schiera di sviluppatori terzi, ora si appresta a far mangiare polvere a quei servizi, come TwitVid che puntano proprio sulla condivisione di video su Twitter.

La mossa di Twitter è dunque votata unicamente a trovare nuove opportunità pubblicitarie (i video sì sa, sono un ottimo vettore) e a rinforzare gli steccati del proprio regno? Non esattamente. C’è chi intravede in questa nuova acquisizione l’intenzione ben precisa di non lasciarsi sfuggire la pletora di celebrità che oggi rappresenta per Twitter un’inestimabile fonte di traffico. Nell’infosfera stanno infatti comparendo fior di servizi (come WhoSay ) pensati appositamente per dare alle celebrità uno strumento d’eccezione per comunicare con i propri fan, condividendo foto, notizie, file audio e, naturalmente, video.

Annettendo Vine, Twitter può finalmente aggiungere l’ultimo tassello necessario per trasformare le sue Hastag Page in piattaforme mediatiche personalizzabili, a misura di star.

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Fabio Deotto