Megaupload, diffuso il video dell'arresto di Kim Dotcom
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Megaupload, diffuso il video dell'arresto di Kim Dotcom

A sette mesi dal blitz nella villa di Kim Dotcom, viene diffuso il filmato ripreso dagli elicotteri che hanno partecipato all’operazione. Sembra di assistere all’arresto di un boss del narcotraffico

L’elicottero sorvola rapido la campagna neozelandese, le immagini sono chiare ma di bassa qualità, delle voci distorte si scambiano informazioni telegrafiche. Superata una collina l’inquadratura viene occupata da una sontuosa villa di colore bianco, l’elicottero plana senza indugi verso lo spiazzo all’ingresso, praticamente deserto. Pochi istanti dopo quattro uomini armati e in divisa fanno irruzione nella villa.

La scena non è molto diversa da un qualsiasi film poliziesco, la differenza è che in questo caso si tratta di immagini reali e che, all’interno della villa, al posto di uno Scarface qualunque c’era Kim Dotcom, patron di Megaupload, praticamente il nemico pubblico numero uno di compagnie discografiche e cinematografiche.

Le immagini risalgono allo scorso gennaio, quando le truppe d’elite neozelandesi, in concerto con l’FBI (che nel frattempo si occupava di chiudere i battenti di Megaupload), hanno organizzato un blitz nella villa di Dotcom per arrestarlo. L’accusa: aver diffuso tonnellate di materiale piratato attraverso la piattaforma Megaupload a fini di lucro, creando danni per l’industria dell’intrattenimento pari a 500 milioni di dollari. A febbraio, Dotcom ha ottenuto gli arresti domiciliari, ed è tornato nella villa del raid, dove ora passa il tempo a twittare una sorta di live-blog della sua condizione processuale, in attesa che la corte neozelandese si esprima sulla richiesta di estradizione negli Stati Uniti.

La comparsa di questo filmato, diffuso da 3news, assume particolare importanza anche alla luce della decisione di un giudice della Corte Suprema, che a giugno ha dichiarato “non validi” i mandati di perquisizione sventolati durante il raid. Secondo il giudice Helen Winkelmann, il mandato non consentiva il sequestro indiscriminato dei beni di Dotcom, in particolare dei suoi hard disk.

Ma non si tratta dell’unica controversia legata al blitz. Durante l’udienza, Dotcom ha dichiarato di essere stato malmenato dalle truppe d’elite, nonostante si fosse presentato a mani alzate (nascosto, bisogna dirlo, in una stanza segreta al primo piano della villa), di aver ricevuto pugni in faccia, calci nelle costole e intimidazioni di vario tipo. Ha anche dichiarato di aver notato la presenza di agenti dell’FBI durante il blitz.

Quel che appare chiaro, nel filmato che vi riproponiamo qui sotto, è il dispiego di forze di polizia del tutto sproporzionato rispetto all’effettiva pericolosità dell’arrestato. Si vedono arrivare macchine che rovesciano nel giardino della villa decine di uomini armati, alcuni dotati di mitra, altri di cani. Sembra di assistere all’arresto di un boss del narcotraffico.

Un’esibizione di forza in fin dei conti sconveniente, dal momento che ora Dotcom può servirsene per dare spessore all’immagine di vittima del sistema, che si sta sapientemente cucendo addosso.

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Fabio Deotto